La Big Apple è considerata la routine di Jazz “per eccellenza”; coreografata nel 1937 da una leggenda del mondo del ballo, Frankie Manning, con l'energia che esprime ha sicuramente catturato l'entusiasmo di ballerini e appassionati di danza sin dalla sua creazione.

The Big Apple Routine nel film "Keep punching" del 1939

 

Fece la sua prima comparsa al grande pubblico nel film del 1939 "Keep Punching", ma la sua storia parte da molto più lontano. La struttura di questa routine ricorda infatti quella del "ring shout", una sorta di danza dal carattere religioso di cui si hanno tracce già prima del 1860 tra gli schiavi afro americani che lavoravano nelle piantagioni del Sud Carolina e della Georgia. Il “ring shout” viene descritto come una danza circolare svolta in senso antiorario, nella quale i partecipanti cantavano, spesso nella forma della chiamata-risposta, battevano mani e piedi e tenevano il tempo picchiando ritmicamente sul pavimento con un bastone e con i piedi.

Ring Shout eseguito dai McIntosh County Shouters

Plantation Dance Ring Shout

Ring Shout

 

Si ritiene che la versione moderna di questa danza sia stata creata agli inizi degli anni ’30 nella città di Columbia, nel Sud Carolina, da giovani afro americani che si riunivano al “Big Apple Night Club”, una sinagoga sconsacrata convertita in juke joint. Nel 1936, tre studenti bianchi dell’Università del Sud Carolina passando in macchina sentirono della musica provenire dal locale. Sebbene fosse davvero inusuale per i bianchi accedere nei club riservati ai neri, i tre chiesero al proprietario del locale, Frank “Fat Sam” Boyd, di entrare. Skip Davis (figlio di uno dei 3 ragazzi), in un’intervista del 2003, racconta:

Fat acconsentì ma pose a mio padre e ai suoi amici due condizioni: avrebbero dovuto pagare 25 cent l’uno e sedersi sulla balconata.

Probabilmente i ragazzi bianchi iniziarono a chiamare la danza dei ballerini neri “Big Apple” proprio dal nome del locale in cui la videro la prima volta.

Durante l’estate del 1937, gli studenti dell’Università del Sud Carolina iniziarono a ballare la Big Apple al Pavilion in Myrtle Beach. Betty Wood (che negli anni ’80-‘90, insieme a Lance Benishek, ebbe un ruolo fondamentale nella riscoperta della Big Apple), la vide ballare lì per la prima volta e sei mesi dopo vinse una gara di ballo, divenendo così conosciuta come “Big Apple Betty”. La notizia di una nuova “crazy dance” arrivò presto a New York e il talent scout Gae Foster si recò in Carolina per scritturare alcuni ballerini per uno show che si sarebbe tenuto al Roxy Teather (a quel tempo il secondo teatro più grande al mondo); a partire dal 3 settembre 1937 si esibirono nello spettacolo sei volte al giorno, per tre settimane, sempre con il tutto esaurito.

Ciò diede un notevole contributo alla popolarità del ballo; anche Arthur Murray, famosissimo istruttore di danza e uomo d’affari, contribuì notevolmente alla diffusione della Big Apple, inserendola nel programma di studio di “swing dance” delle sue scuole di ballo (numerosissime e sparse in tutti gli Stati Uniti), dopo averla vista ballare proprio al Roxy.

Ecco due video interessanti su come, in quegli anni, venisse ballata e utilizzata nei film la Big Apple (come si può notare non sono presenti ballerini afro-americani):

The Big Apple with The Arthur Murray Shag Dancers (1937)

Big Apple and more in Start Cheering (1938)

 

Frankie Manning in quel periodo si trovava insieme ad altre tre coppie dei Whitey’s Lindy Hoppers in viaggio verso Hollywood per registrare una sequenza di Lindy hop per il film “Everybody sing” con Judy Garland. Prima di arrivare in California, Frankie ricevette un telegramma da Herbert “Whitey” White, il loro manager, che gli parlava di questo nuovo ballo chiamato Big Apple, diventato a New York una vera e propria mania. Frankie non l'aveva mai visto ballare, ma basandosi sulla descrizione fattagli da Whitey coreografò una “Big Apple routine” per il suo gruppo:

Whitey mi chiese di creare una “Big Apple routine” per i Lindy Hoppers, così mi misi al lavoro. Per prima cosa lessi la lettera e provai a visualizzare i movimenti. Pensavo: “Di che diavolo sta parlando? Poi iniziai a mettere la musica e a creare i passi. Inizialmente usai “John’s Idea” di Count Basie, ma alla fine optai per “One o’ clock jump” perchè era un po’ più lenta e più swingante.

Poiché la coreografia di Frankie era una combinazione di jazz steps con i quali i Lindy hoppers avevano molta familiarità (per esempio Truckin’, Suzie-Q, Boogies), il gruppo la imparò molto velocemente e la eseguì per il film, anche se purtroppo la scena venne tagliata a causa di una diatriba tra il regista e Whitey. Quando il gruppo tornò ad Harlem, Manning insegnò la sua personale Big Apple agli altri Whitey’s Lindy Hoppers.

Alla fine del 1937 la Big Apple era diventata ormai un fenomeno nazionale, tanto che il 20 Dicembre di quell’anno il famoso magazine “Life” pubblicò un articolo di ben quattro pagine sulla Big Apple, predicendo che quello sarebbe stato ricordato come “l’anno della Big Apple” (QUI a pagina 29 è possibile leggere l'articolo originale).

When historians of the future come to recording the pleasures of the present, the Christmas holiday season of 1937 will be remembered as the year when nimble youngsters and puffing oldsters kicked, yelled, jumped and stomped about the dance floors of the nation doing a dance called the Big Apple.

Qualche anno più tardi, nel 1939, i Whitey’s Lindy Hoppers si esibirono con la Big Apple di Frankie Manning nel film “Keep Punching”; questa versione è stata poi ricreata dai gruppi di Lindy hop di tutto il mondo e impazza ancora oggi nelle nostre sale da ballo. 

La storia abbreviata della Big Apple raccontata da Laura Glaess

Whitey's Lindy Hoppers si esibiscono nella Big Apple al Savoy Ballroom - al centro si nota Leon James in completo bianco (1938)

Big Apple (1938)

The Hot Shots si esibiscono nella Big Apple routine

 

Nel video successivo Frankie Manning e Norma Miller (leggi l'articolo Lindy Hop se vuoi avere maggiori informazioni su questi incredibili ballerini) insegnano la Big Apple nel 2002; si può notare come la sequenza sia diversa da quella apparsa nel film "Keep punching".

Frankie Manning e Norma Miller nel 2002 mentre insegnano la Big Apple (2002)

 

Se siete mai alla ricerca di una coreografia che catturi veramente l'anima del jazz, non c'è niente di meglio della "Big Apple". Preparatevi a essere trasportati indietro nel tempo e a ballare fino all'alba con questa iconica e indimenticabile creazione.