Scopriamo insieme come si è sviluppato il ballo del Boogie Woogie.

IL BALLO

Tra gli anni '20 e '50 in America ci fu un periodo d'oro per la musica e nacquero moltissimi generi e stili musicali; conseguentemente si svilupparono ancor più stili di ballo.

Se la musica Boogie Woogie nacque negli ultimi anni dell'800, si dovettero aspettare gli anni '40 per lo sviluppo del Boogie come ballo codificato. In realtà i ballerini della comunità afro-americana erano abituati ad improvvisare e a ballare su qualsiasi ritmo, senza preoccuparsi di costruire delle sequenze predefinite e precise per questo tipo di musica (che come detto era ancora principalmente improvvisata). In quegli anni però, dominati dal Lindy Hop in tutte le sue forme, la musica suonata dalle Big Band stava mutando, le stesse Big Band stavano mutando e cominciarono ad inserire le nuove sonorità del Boogie nel loro repertorio, dando origine a suoni e ritmiche più marcate, meno adatte ai movimenti allungati tipici del Lindy. I passi divennero più contenuti, la posizione del corpo si fece più verticale, la connessione tra i due ballerini più corta e forte, vennero prese e reinterpretate le figure dei balli swing in voga dando vita ai primi balli Boogie Woogie, caratterizzati da vivacità, spontaneità ed energia.

Il Boogie Woogie fa quindi parte dei balli Swing, che comprendono anche il Lindy Hop, Collegiate Shag, Balboa e molti altri. A seconda della zona geografica e della comunità considerata, il Boogie veniva chiamato Rock'n'roll, Jive, Boogie Woogie, Jitterbug.

In Europa venne portato dai soldati americani durante la seconda guerra mondiale, anche grazie a dei vinili 78 giri noti come V-disc creati appositamente per tenere alto il morale delle truppe e si diffuse notevolmente soprattutto nel Nord Europa. Da notare che in Europa il Rock'n'roll non è sinonimo di Boogie Woogie, ma è un ballo principalmente acrobatico utilizzato nelle competizioni. Inoltre il Boogie Woogie può essere ballato su musiche prettamente Boogie, ma molto più di frequente si balla su canzoni rock'n'roll. Come si vede quindi la nomenclatura può confondere e trarre in inganno.

Il Boogie è normalmente ballato su musiche veloci (eight to the bar), ma esistono bellissime canzoni lente che mantengono un perfetto stile swing tipico del Boogie Woogie. Può utilizzare le cosidette figure "aerials", derivate in parte dal Lindy Hop, e originariamente utilizzava una base di passi a 6 tempi (6-count); oggi la base comprende sia i 6 tempi che gli 8 tempi (6-count e 8-count).

Il passo base a 6 tempi segue lo schema "step step, triplo step, triplo step" in cui il passo triplo ha un ritmo sincopato che segue lo stesso ritmo della musica; il passo base a 8 tempi segue lo schema "step step, triplo step, step step, triplo step".

 

 

BALLO DA COMPETIZIONE O SOCIAL DANCE

In Italia si diffuse principalmente nelle regioni del nord. In Emilia Romagna si diffuse all'inizio degli anni '70 e rimase nella cultura popolare, a differenza del Lindy Hop che scomparve per molti anni. Quindi in alcune zone dell'Europa il Boogie viene visto principalmente come una forma di ballo utilizzata nelle competizione, mentre in altre come ballo "sociale" (social dance).

 

SE LA MUSICA E' IN 8-COUNT PERCHE' SI BALLA SU 6-COUNT?

Molto spesso ci si chiede perchè si debba ballare 6-count se la musica è invece in 8-count; non sarebbe più semplice ballare in 8-count? Sì, sarebbe più semplice, ma non si fa!

Il ballo e la musica sono forme di arte che necessitano di una forte componente espressiva ed interpretativa; nel nostro caso, ballare dall'inizio alla fine di una canzone con figure 8-count risulterebbe limitativo, ripetitivo e noioso. Questa è uno dei motivi e delle risposte alla domanda iniziale. Allo stesso modo non bisogna pensare che il ballo debba sempre e comunque iniziare con un rock-step o che il triplo step debba sempre essere sul 3/4; i balli swing richiedono una struttura flessibile ed è anche questo a renderli così interessanti e divertenti.

Quando si balla, quindi, il fatto di non essere legati a seguire una struttura a 8-counts permette di spaziare ed utilizzare figure a 4, 6, 10, 12 o più counts, aprendo al ballerino infinite possibilità interpretative e di improvvisazione, permettendo così di costruire un "fraseggio" molto più articolato, meno prefabbricato, ma costruito su misura sulla musica.

Come detto in precedenza, la musica swing è costruita su una struttura di pacchetti di 4 8-count (dette "sezioni"). Questo significa che, nel ballo, si potrebbe affrontare una frase di 4 8-counts in diversi modi:

  • 4 movimenti 8-count
  • 3 movimenti 6-count e 1 movimento 8-count
  • 2 movimenti 8-count, 1 movimento 6-count e 1 movimento 10-count
  • ecc...

Questo mix di figure e di movimenti consente di rispettare la struttura della musica senza essere ancorati ad una suddivisione fissa e al contempo dà l'impressione al ballerino ed allo spettatore di partecipare alla creazione di qualcosa di unico.

Il termine "swing" nasce dal fatto che questo tipo di musica possiede lo "spostamento ritmico" (Rythmic displacement) tra i battiti pari e dispari rendendo il tipico "dondolio" di questo genere musicale, cioè il "hoo-ha" o "waa-pa". Su questi 2 battiti si possono quindi eseguire dei movimenti della stessa durata (rock-step, triple-step, kick-step, slip slop...), dando ancora più frecce all'arco del ballerino. L'improvvisazione diventerà così sempre più ricca, permettendo di rendere al meglio le frasi musicali, gli assoli, i break o gli accenti. Tutto questo non sarebbe possibile se si seguisse solamente uno schema di figure 8-count.

Meglio ancora sarebbe arrivare a considerare il passo base non come 6-count o 8-count, ma piuttosto 2-count. Questo permette di slegarsi da una struttura fissa e di ottenere ancora più libertà nei movimenti e nell'interpretazione musicale.

 

 

L'INSEGNAMENTO DEL BOOGIE WOOGIE (E DEI BALLI SWING)

All'inizio non esistevano scuole di danza e quindi nemmeno la figura dell'insegnante. Il Boogie era improvvisato, ma neanche il Lindy Hop era standard; in una stessa sala da ballo potevano coesistere decine di stili diversi eppure tutti potevano essere considerati lo stesso tipo di ballo. Non esisteva neanche la categorizzazione che diamo oggi ai vari stili e, se si voleva imparare qualcosa di nuovo, bastava osservare gli altri ballerini in pista e "prendere in prestito" le loro figure, oppure avvalersi dei "taxi dancers" che per 10 cents a canzone potevano insegnarti qualche passo.

Oggi le cose sono diventate molto più schematiche, si cerca di insegnare figure standard in modo da aiutare lo studente a capire e fare propri movimenti nuovi, ci si attiene, almeno inizialmente, a ritmi solo 6-count o solo 8-count per rendere più digeribili i concetti cardine del ballo. Questo è solo il primo passo. Più lo studente progredisce, più bisogna fare in modo che dimentichi gli schemi che ha duramente imparato e si lasci trasportare dalla musica e dai suoi colori, in modo che ognuno inventi i propri movimenti e improvvisi, interpreti ciò che ascolta e ciò che gli trasmette il proprio partner di ballo. Questo è il passo più difficile, ma è quello che dà le maggiori soddisfazioni.